San Vincenzo (LI), 28 maggio 2025 – Un confronto serrato, ricco di spunti operativi, quello andato in scena nel pomeriggio della seconda giornata del 21° Congresso Nazionale della Fisascat Cisl, durante la tavola rotonda intitolata “La contrattazione di anticipo nella riforma delle direttive europee su appalti e concessioni”.
Al centro del dibattito, la proposta lanciata dalla federazione cislina sul fronte europeo, sulla scia dell’avvio del processo di riforma delle tre Direttive UE del 2014 su appalti pubblici, concessioni e settori speciali: un modello di contrattazione collettiva d’anticipo, preventiva, da integrare nei bandi pubblici e nelle concessioni, per garantire filiere trasparenti, lavoro stabile e dignitoso, qualità nei servizi. Un’idea semplice ma dirompente: restituire centralità alle parti sociali prima ancora della pubblicazione dei bandi, per definire condizioni minime normative, salariali e contrattuali nei settori ad alta intensità di appalti, come il cleaning/multiservizi, la sicurezza, la ristorazione collettiva.
Secondo i dati emersi nel corso della tavola rotonda, il sistema degli appalti pubblici in Europa coinvolge il 14% del PIL e circa il 14% dell’intera forza lavoro dell’Unione. Solo il comparto del cleaning/multiservizi nel Vecchio Continente conta oltre 4,2 milioni di lavoratori, di cui circa 600mila solo in Italia, mentre la ristorazione collettiva impiega in Italia circa 1,5 milioni di addetti, in crescita rispetto all’anno precedente e il comparto della vigilanza e della sicurezza privata conta oltre 100mila addetti. Una massa critica fondamentale per il funzionamento dei servizi pubblici essenziali, ma ancora troppo spesso esposta alle logiche del massimo ribasso, al dumping contrattuale, alla precarietà occupazionale.
In questo contesto, la Fisascat Cisl ha scelto di agire. Dopo la presentazione della proposta a Bruxelles lo scorso febbraio, in collaborazione con UNI Europa, UNI Property Services, EFCI e il supporto di interlocutori istituzionali come la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno e l’on. Pasquale Tridico, il confronto si è ora spostato nella cornice congressuale. Hanno partecipato Mark Bergfeld, Direttore UNI Property Services & UNI Care – UNI Global Union Europa, Enrico Somaglia, Segretario generale EFFAT – Federazione europea dei sindacati agroalimentari, turismo e lavoro domestico, Mattia Pirulli, Segretario confederale Cisl, Davide Guarini, Segretario generale Fisascat Cisl
Nel corso della tavola rotonda, sono emersi diversi nodi strategici: la necessità di una revisione effettiva delle direttive europee del 2014, la valorizzazione del dialogo sociale settoriale, la costruzione di un modello europeo condiviso per la qualità del lavoro negli appalti, anche attraverso un possibile joint statement tra sindacati, datori di lavoro e istituzioni.
E’ Enrico Somaglia a sottolineare che «la revisione delle direttive europee si svolge in un contesto molto complesso per le tensioni geopolitiche e per il ritorno dell’austerità» e che «il problema nel sistema degli appalti risiede nel ricorso alla logica del massimo ribasso e all’evasione della clausola sociale». «Stiamo vivendo una battaglia ideologica – ha rimarcato - si sta diffondendo l’idea che lo standard di protezione sociale ed ambientale sia un limite allo sviluppo economico. La prima sfida è quindi oggi difendere diritti acquisiti e rivendicare nuove tutele». «Come Effat puntiamo a: migliorare la clausola sociale, includendo il rispetto dei diritti e dei contratti; escludere le offerte sotto costo; accorpare la direttiva sulla due diligence; rafforzare le ispezioni e i controlli nella filiera degli appalti. In tal senso la contrattazione d’anticipo proposta dalla Fisascat può giocare un ruolo fondamentale per rafforzare l’azione sindacale e migliorare la vita delle persone in tutta Europa».
Per Mark Bergfeld «quando si parla di appalti pubblici, si parla di lavoratori esternalizzati, molto impattati nella qualità della vita». «Nei settori della pulizia e della sicurezza – ha evidenziato - c’è una forte incertezza e precarietà occupazionale, come anche nel settore della ristorazione, dove l’appalto e il subappalto sono prevalenti. Occorre quindi anzitutto un buon uso del denaro pubblico». «Sul fronte sindacale europeo – ha concluso - proponiamo il rafforzamento della contrattazione collettiva, auspicando la sua obbligatorietà per l’accesso ad una gara o ad un bando pubblico; l’accrescimento della copertura della contrattazione collettiva; la trasparenza nel settore degli appalti e delle concessioni. Grazie alla Fisascat per la proposta sulla contrattazione d’anticipo. Uni Property Services si rende disponibile a definire un joint statement congiunto dopo gli accordi di settore del 2022, che ci auguriamo possano presto trovare piena applicazione».
«Come Cisl – ha dichiarato Mattia Pirulli - siamo impegnati su due fronti: nel processo di revisione delle direttive europee, con la consultazione con i parlamentari UE; nel contrasto alla logica del massimo ribasso. Siamo d’accordo sulla valorizzazione delle clausole sociali, per puntare ad una concorrenza di qualità». «Bene la proposta della Fisascat sulla contrattazione d’anticipo - ha sottolineato il segretario confederale - anzitutto per affrontare la fase critica della sottoscrizione del contratto d’appalto e per migliorare le condizioni di lavoro». Per il sindacalista «è necessario agire sulla responsabilità sociale di aziende e soggetti pubblici» e . «la concorrenza pone poi il tema dell’equivalenza dei contratti per assicurare la parità di trattamento economico e normativo. Su questo tema è fondamentale il confronto tra parti sociali».
«Con la nostra proposta sulla contrattazione d’anticipo – ha rimarcato Davide Guarini - puntiamo a rafforzare il dialogo sociale settoriale europeo, ma occorre anche pensare ad una contrattazione sovranazionale». «Nell’era delle grandi transizioni – ha concluso il sindacalista - abbiamo la necessità di ragionare “glocal”, fondendo la dimensione globale con quella locale, in particolare nel settore dei servizi, dove si annida il lavoro povero e precario. Con le rappresentanze aziendali che associano le aziende virtuose possiamo fare squadra e condizionare le stazioni appaltanti intervenendo su: clausola sociale, offerta economicamente più vantaggiosa, buona contrattazione, accordi che portino le aziende nei settori labour intensive dei servizi ad applicare le regole. La revisione delle direttive europee su appalti pubblici e concessioni deve andare in questa direzione, per la qualità del lavoro in tutti i settori in appalto».
Un obiettivo comune: trasformare il sistema degli appalti da leva di risparmio a leva di sviluppo, equità e trasparenza. Come ha sottolineato la stessa presidente della Commissione Ursula von der Leyen nella sua dichiarazione d’intenti per il quinquennio 2024–2029, l’Europa intende puntare su criteri di aggiudicazione più giusti e sostenibili, in linea con il principio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e del rispetto degli accordi salariali.
La proposta della Fisascat Cisl si muove con coerenza in questa direzione e il 21° Congresso Nazionale ha segnato una tappa decisiva per rafforzarne la diffusione e l’applicazione, in Italia e in Europa.