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28 Maggio 2025

Lavoro, algoritmi e contrattazione: il 21° Congresso della Fisascat Cisl Nazionale apre il dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale tra rischi e opportunità

San Vincenzo (LI), 28 maggio 2025 - Supermercati automatizzati, chatbot negli hotel, turni assegnati da algoritmi. La rivoluzione dell’intelligenza artificiale nei settori del terziario di mercato non è più un’ipotesi: è realtà quotidiana.

Secondo l’OCSE, il 27% dei lavoratori nei paesi industrializzati è già esposto a tecnologie di automazione basate su IA. E una recente stima McKinsey prevede che, entro il 2030, fino al 30% delle ore lavorate potrà essere automatizzato, con forti impatti nei settori ad alta occupazione femminile e giovanile, come commercio, turismo e servizi.

È partendo da questi scenari che la Fisascat Cisl ha scelto di aprire con il tema dell’intelligenza artificiale la prima tavola rotonda del suo 21° Congresso nazionale, in corso a San Vincenzo (LI). Il tema conduttore del confronto “L’intelligenza artificiale, la persona e il lavoro” racchiude la posta in gioco: governare la transizione digitale nei settori del terziario di mercato, mettendo al centro la dignità della persona.

Moderati dalla giornalista Valentina Bisti, sono intervenuti Marco Peruzzi, professore di Diritto del Lavoro all’Università di Verona, don Alessandro Picchiarelli, docente presso la Pontificia Università Gregoriana, Mattia Pirulli, segretario confederale Cisl, e Davide Guarini, segretario generale Fisascat Cisl.

Nel corso del confronto, è emersa con forza la necessità di rafforzare la contrattazione collettiva, capace non solo di gestire l’innovazione, ma di anticiparla. Tra le priorità evidenziate: il diritto alla trasparenza algoritmica, la classificazione dei nuovi profili professionali, la regolazione del controllo digitale, la formazione continua.

Per Marco Peruzzi «occorre verificare se l’approccio regolativo UE con l’AI Act riuscirà realmente a sostenere la competitività europea. Il regolamento entrerà in vigore nel 2026, ma già sono in vigore le norme legate ai rischi, come anche l’obbligo legato all’alfabetizzazione». «E’ previsto anche un ruolo affidato alla contrattazione e alle Parti Sociali» ha aggiunto sottolineando che «non bisogna sottovalutare l’impatto trasformativo per il lavoratore, che rischia di essere sostituito; da qui l’obbligo di intervento su una corretta formazione in capo al datore di lavoro». «Non possiamo parlare di IA senza parlare delle fonti normative già esistenti in materia di privacy, come il GDPR, e di tutele fondamentali, attraverso un approccio basato sul rischio. Cogliamo l’occasione del recepimento delle direttive europee per rivedere l’impatto dell’AI e ricalibrare l’intervento normativo senza stereotipi di genere» ha concluso.

E’ Don Alessandro Picchiarelli a sottolineare che «è necessario ampliare il discorso all’etica e alla filosofia in una realtà umana in continua evoluzione». Picchiarelli ha posto due interrogativi: quali diritti e doveri sono da riconoscere nell’era digitale? Quale cooperazione può esistere tra lavoro umano e lavoro non umano? «In tal senso – ha evidenziato - emerge il ruolo della teologia morale: interroghiamoci sul ruolo dell’essere umano ma anche sulle potenzialità dell’AI, tra rischi e opportunità. Rispetto alla dottrina sociale della Chiesa, occorre valutare uno degli aspetti fondamentali, ossia la giustizia sociale. Necessario anche un approccio transdisciplinare e definire un nuovo linguaggio con parole chiave e nuovi termini che descrivano la realtà digitale».

Per Mattia Pirulli «l’Europa ha necessità di recuperare il gap di innovazione» e «l’approccio sull’AI non deve essere solo regolativo ma è necessario prevedere un rapporto con il mondo del lavoro per evitare il rischio di profilazione dei lavoratori». Il sindacalista ha rilanciato il ruolo della concertazione e della contrattazione, in particolare su formazione professionale, salute e sicurezza, organizzazione del lavoro e privacy, per assicurare un utilizzo corretto dell’AI in grado di prevenire il rischio». «La contrattazione e il dialogo sociale - ha chiosato - sono strumenti agili per adattare il lavoro alle nuove tecnologie» «Per la Cisl - ha concluso - la strategia è puntare alla centralità della persona con tutele universali ma specifiche per le diverse tipologie di lavoratori del sistema produttivo. Lo Statuto della persona è strategico per governare il cambiamento. Occorre ragionare sulla qualità della formazione, sulla redistribuzione della produttività, attraverso il ricorso alla contrattazione aziendale soprattutto nei settori del terziario di mercato, commercio turismo e servizi, dove l’approccio umano resta insostituibile».

Davide Guarini ha ricordato che «nella storia sociale ed economica molte sono state le rivoluzioni» e ha evidenziato che «l’errore che non dobbiamo commettere oggi è cercare di fermare il cambiamento: dobbiamo piuttosto governarlo». «Per questa ragione dobbiamo valutare attentamente rischi e opportunità» ha aggiunto il sindacalista sottolineando che «nei Ccnl dobbiamo inserire nuove tutele e diritti per regolamentare le nuove qualifiche e i perimetri di competenza, l’organizzazione del lavoro, il tema della salute e della sicurezza». «Questa prospettiva nei settori del terziario di mercato – ha concluso - rende la formazione e la riqualificazione del personale un imperativo strategico. Necessario investire anche attraverso i fondi interprofessionali, integrati con il Fondo Nuove Competenze, affinché le lavoratrici e i lavoratori non finiscano ai margini del mercato del lavoro, spinti dall'obsolescenza delle professionalità, ma vengano messi in condizione di acquisire le necessarie competenze, utili a fronteggiare i cambiamenti in corso, così che la transizione digitale sia accompagnata da una necessaria quanto urgente transizione delle professionalità».