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20 Aprile 2023

“La partecipazione al lavoro”. La Cisl deposita in Corte di Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare

Roma, 20 aprile 2023 – “La partecipazione al lavoro”: si intitola così la proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori nelle aziende messa a punto dalla Cisl e che il segretario generale, Luigi Sbarra, ha depositato in Corte di Cassazione. L’iniziativa nelle prossime settimane sarà supportata da una campagna di raccolta firme avviata su tutto il territorio nazionale.

Un cavallo di battaglia storico per la  confederazione di via Po, che punta a dare piena attuazione all'articolo 46 della Costituzione: la proposta di legge promuove e incentiva la democrazia economica e la partecipazione  gestionale, finanziaria, organizzativa e consultiva dei lavoratori  alle imprese, spaziando dalla semplice informazione ai dipendenti alla codecisione sull'organizzazione del lavoro, dalla partecipazione agli utili a quella al capitale dell'azienda, fino all'ingresso dei rappresentanti dei lavoratori nei Consigli di Amministrazione o di Sorveglianza delle società.

Nove i titoli, 22 gli articoli della proposta di legge con cui la Cisl intende avviare questa "rivoluzione dal basso" che approderà sui tavoli di contrattazione. Obiettivo “favorire una svolta nell'economia del Paese, grazie a un diverso rapporto fra lavoratori e imprese pubbliche e private". Via dunque (art.3), all'ingresso dei rappresentanti dei lavoratori nei Consigli di sorveglianza delle imprese che adottano il sistema dualistico di governance e alla partecipazione al Cda delle società sulla base delle modalità stabilite nei contratti. Nessuna imposizione normativa è prevista dalla proposta di legge che non sancisce nessun obbligo per le imprese private di aderire al nuovo modello. Unica eccezione (art.5) per le società a partecipazione pubblica che “devono integrare il Cda con almeno un amministratore designato dai lavoratori dipendenti”.

La struttura poggerà su una serie di investimenti e incentivi fiscali per dipendenti e aziende. La distribuzione degli utili aziendali ai dipendenti (art.6) infatti, prevede un'imposta sostitutiva su questi redditi del 5% entro il limite di 10mila euro annui lordi. Analoghe deduzioni sarebbero possibili per le aziende che promuovono i piani di partecipazione finanziaria (attribuzione, su base volontaria, ai dipendenti, di strumenti finanziari per il possesso di quote di capitale delle imprese) con gli stessi limiti per ogni lavoratore e dell'intero valore delle azioni in caso di assegnazione gratuita ai dipendenti. In arrivo anche il cosiddetto voting trust: un trust, un fondo fiduciario, a cui i lavoratori possono affidare le loro quote azionarie per farle ''pesare'' nelle votazioni delle assemblee.

Quanto alla copertura finanziaria del provvedimento che costerebbe per la Cisl circa 50 milioni di euro, le risorse potrebbero derivare dal 'Fondo per interventi strutturali di politica economica' alla voce 'definizione degli illeciti edilizi'. A breve, assieme alla raccolta firme il sindacato avvierà anche una serie di incontri con i vertici istituzionali, i leader politici e le rappresentanze sociali, a cominciare dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Per il leader Cisl Luigi Sbarra «il tempo è maturo per far evolvere il rapporto tra impresa e lavoro nel solco di una più solida democrazia economica. Quella della partecipazione è un'opportunità che incrocia tutte le grandi sfide del nostro tempo: la via maestra per salari più alti, maggiore valore aggiunto e produttività, difesa occupazionale, buone flessibilità condivise e contrasto alle delocalizzazioni, maggiore sostenibilità sociale».

«Non c'è sentiero migliore per innalzare i livelli qualitativi e quantitativi di formazione, per elevare l'innovazione di processo e prodotto, per proteggere i piccoli azionisti-lavoratori e orientare sull'economia reale gli investimenti privati. Relazioni pienamente partecipative contribuiscono poi all'aumento dei livelli di salute e la sicurezza nelle aziende, garantendo monitoraggio e vigilanza sul rispetto delle leggi e delle regole» ha spiegato il sindacalista sottolineando come la proposta di legge risponda a tutte queste esigenze «in modo concreto senza impostazioni dirigiste o precettive, ma incentivando il libero incontro negoziale nelle imprese».

Una sfida, quella contenuta nella proposta di legge che per Sbarra dovrebbe essere raccolta dalle associazioni datoriali «per innovare le relazioni industriali, ed anche dal Governo, chiamato ad incoraggiare questa pratica attraverso sostegni e incentivi rivolti ad accordi partecipativi».