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12 Luglio 2022

PNRR, donne e questione di genere: a Milano l’appuntamento conclusivo del ciclo di seminari Fisascat Cisl sulle prospettive e sulle opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al riequilibrio di genere e sul ruolo della contrattazione per sostenere una buona occupazione femminile

Milano, 12 luglio – Si è chiuso a Milano, presso il Grand Hotel Doria, il ciclo di seminari promosso dalla Segreteria Nazionale della Fisascat Cisl, unitamente al Coordinamento Nazionale Donne e Politiche di Genere, sugli interventi del PNRR in tema di parità di genere e sul ruolo della contrattazione per sostenere una buona occupazione femminile.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si propone, entro il 2026, di superare la soglia del 60% di occupazione femminile attraverso una serie di stanziamenti del valore complessivo di 38,5 miliardi di euro, di cui 3,1 destinati a misure direttamente mirate alle donne e 35,4 a interventi indirettamente riconducibili al riequilibrio di genere. Misure che spingono il sindacato ad interrogarsi sulle azioni contrattuali da mettere in campo per promuovere e interpretare al meglio il cambiamento e invertire la tendenza negativa che il lavoro femminile continua a registrare, con una retribuzione media – stando agli ultimi dati INPS – di 24.415 euro, del 25% più bassa rispetto a quella percepita dagli uomini.

All’appuntamento di chiusura hanno aderito circa 40 tra segretarie generali, componenti di segreterie e coordinatrici delle strutture territoriali e regionali Fisascat del Centro-Nord. A guidare i lavori del seminario Elena Maria Vanelli, Coordinatrice Nazionale Donne e Responsabile Politiche di Genere Fisascat Cisl, che ha introdotto l’evento ricordando l’importanza di appuntamenti che «coniugano teoria e pratica e tracciano la via dell’azione sindacale in tema di riequilibrio di genere». «Viviamo un cambiamento epocale – ha aggiunto la sindacalista – stretti tra la crisi pandemica e quella energetica. In questo contesto i dati dell’occupazione femminile rappresentano una crisi nella crisi, alla quale come sindacato siamo chiamati a rispondere con competenza e senso di responsabilità».

Lilli Viviana Casano, ricercatrice di diritto del lavoro all’Università degli Studi dell’Insubria e Adapt Senior Research Fellow, ha poi approfondito il quadro delle misure dirette e indirette del PNRR volte a favorire la parità di genere. Tra i benefici degli interventi la ricercatrice ha indicato l’incremento del tasso di occupazione femminile, la crescita di imprese innovative e l’aumento della produttività del Paese.

«Occorre ricordare che alcuni impatti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non saranno immediati, ma si realizzeranno nel medio-lungo periodo. Per questa ragione è necessaria l’adozione di un serio approccio “gender mainstreaming” per l’implementazione e l’attuazione delle misure» ha sottolineato Casano.

A prendere la parola è stata in seguito Serenella Molendini, Consigliera Nazionale di Parità supplente, che ha salutato favorevolmente il decreto 29 aprile 2022, pubblicato lo scorso 1° luglio in Gazzetta Ufficiale, con cui il Dipartimento per le Pari Opportunità ha fissato i parametri relativi al conseguimento della certificazione della parità di genere per le imprese e al coinvolgimento delle rappresentanze sindacali aziendali e delle consigliere e consiglieri territoriali e regionali di parità.

«L’occupazione femminile diventerà una possibilità realmente sostenibile in tutti i luoghi di lavoro solo se accompagnata da un effettivo cambiamento sul piano culturale, in grado di riconoscere il valore del ruolo genitoriale, modificare l’organizzazione del lavoro, consentire una rappresentanza paritaria nella politica e nelle istituzioni» ha dichiarato Molendini.

Gli spunti offerti dalle due relatrici sono stati ripresi e discussi nella seconda parte della giornata, dedicata a lavori interattivi sulle azioni concrete da intraprendere a livello sindacale per tutelare e promuovere l’occupazione femminile.

A conclusione dei lavori è intervenuto il segretario generale della Fisascat Cisl, Davide Guarini, che ha definito la questione del lavoro femminile «un tassello strategico per l’intero sistema Paese, da salvaguardare in sede di contrattazione».

«Il vero cambiamento per una buona occupazione femminile passa attraverso una rivoluzione di carattere culturale» ha dichiarato Guarini, che ha ricordato la necessità di una «nuova coscienza del lavoro, con investimenti mirati al riequilibrio di genere in quei settori connotati da un’occupazione prevalentemente al maschile».

«In questo scenario – ha aggiunto il segretario generale della Fisascat Cisl – il coinvolgimento del sindacato è imprescindibile per monitorare gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».

Il sindacalista ha concluso riportando l’attenzione sull’importanza della contrattazione, sottolineando che senza di essa «gli obiettivi fissati in sede europea e nazionale sono destinati a fallire». «Occorrerà dunque lavorare ai due livelli contrattuali – ha chiosato Guarini – per garantire un’occupazione femminile di qualità, che metta al centro il bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro e il sostegno alla genitorialità».