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26 Novembre 2021

Green Pass, rafforzato dal 6 dicembre al 15 gennaio 2022 per i vaccinati e i guariti dal Covid-19. 21° Report Nazionale Inail: nei luoghi di lavoro i contagi calano del 57,2%

Roma, 26 novembre 2021 - Il Consiglio dei ministri del 24 novembre ha approvato le nuove misure anti-Covid per affrontare la quarta ondata di contagi nel Paese. Il certificato verde rafforzato, il super green pass, verrà introdotto dal 6 dicembre 2021 al 15 gennaio 2022 e spetterà ai vaccinati e ai guariti dal Covid-19.

L’accesso a spettacoli, eventi sportivi, bar e ristoranti al chiuso, feste e discoteche, cerimonie pubbliche sarà consentito in zona bianca e gialla solo ai possessori del super green pass.

Le limitazioni previste per la zona arancione riguarderanno solo chi non possiede il certificato verde rafforzato. Dopo le categorie sanitarie, l'obbligo vaccinale viene esteso dal 15 dicembre anche a tutto il personale scolastico e a quello del comparto della difesa, sicurezza e soccorso pubblico. La durata di validità del Green Pass viene ridotta a dagli attuali 12 a 9 mesi.

La validità del Green Pass viene esteso a ulteriori settori: alberghi; spogliatoi per l'attività sportiva; servizi di trasporto ferroviario regionale e interregionale; servizi di trasporto pubblico locale. Il decreto prevede poi un rafforzamento del sistema dei controlli: entro 3 giorni dall'entrata in vigore del dl, i Prefetti sentono il Comitato provinciale ordine e sicurezza ed entro 5 giorni adottano il nuovo piano di controlli, a livello provinciale, coinvolgendo tutte le forze di polizia.

Si tratta di controlli "costanti" di cui le prefetture sono obbligate a redigere una relazione settimanale da inviare al Ministero dell'interno. Ai fini del Green pass sono confermate sia le tipologie che la durata dei test per accedere nei luoghi di lavoro. Il Certificato resta valido in caso di un tampone molecolare negativo effettuato nelle 72 ore antecedenti o rapido nelle 48 ore precedenti. Rispetto ai contagi da Covid-19 sul posto di lavoro l’Inail, nel 21 Report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto segnala, per i primi 10 mesi di quest’anno, un calo dei casi del 57,2% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 31 ottobre le denunce di infortunio da Covid-19 sul lavoro sono 183.147, pari a oltre un sesto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio 2020 e al 3,8% del totale dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data.

La stragrande maggioranza dei contagi e dei decessi (rispettivamente 96,9% e 88,1%) riguarda l’Industria e servizi, con i restanti casi distribuiti nelle gestioni assicurative per Conto dello Stato (amministrazioni centrali dello Stato, scuole e università statali), Agricoltura e Navigazione.

Il settore della sanità e assistenza sociale – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – è sempre al primo posto tra le attività produttive con il 65,0% delle denunce e il 22,4% dei casi mortali codificati, seguito dall’amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e amministratori regionali, provinciali e comunali), con il 9,1% dei contagi e il 10,4% dei casi mortali.

Gli altri settori più colpiti sono il noleggio e servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il trasporto e magazzinaggio, secondo per numero di decessi con il 12,9% del totale, il manifatturiero (tra le prime categorie coinvolte gli addetti alla lavorazione di prodotti alimentari, alla stampa, alla lavorazione di prodotti farmaceutici, di metalli, di macchinari e di pelli), che con l’11,8% figura al terzo posto per casi mortali denunciati, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, il commercio all’ingrosso e al dettaglio, le altre attività di servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere), e le attività professionali, scientifiche e tecniche (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale).

«La riduzione dei contagi nei luoghi di lavoro – ha commentato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini – è la dimostrazione che i Protocolli di sicurezza definiti tra le Parti Sociali, unitamente all’attività dei Comitati Aziendali costituiti, sono funzionali a contrastare l’avanzata del Covid-19».

«La recrudescenza dei contagi a cui tuttavia assistiamo fuori dai luoghi di lavoro – ha concluso il sindacalista – richiede necessariamente il potenziamento delle misure volte a limitarne la diffusione e ad evitare lockdown generalizzati che il nostro Paese non può permettersi e che sarebbero disastrosi per l'economia, per l'occupazione e le condizioni sociali complessive».