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25 Maggio 2023

Terziario di Mercato, oltre 5 milioni le lavoratrici e i lavoratori in attesa dei rinnovi contrattuali

Firenze, 25 maggio 2023 – Sono oltre 5milioni le lavoratrici e i lavoratori in attesa del rinnovo dei contratti nazionali nei settori del terziario di mercato. Sono gli addetti del commercio e della grande distribuzione organizzata, del turismo, degli studi professionali, della vigilanza privata, del terzo settore socio-sanitario assistenziale educativo e del comparto termale. Un contesto ampio e frammentato preso in esame dal Consiglio Generale della Fisascat Cisl, convocato alla Fortezza da Basso a Firenze per adempimenti statutari, in presenza del segretario confederale Cisl Giorgio Graziani.

Per la federazione cislina l’attuale congiuntura economica, caratterizzata da un’inflazione elevata e persistente, ripropone l’importanza strategica della politica dei redditi e del ruolo della contrattazione ai vari livelli, da sostenere con azioni mirate. Nell’intervento introduttivo ai lavori il segretario generale Davide Guarini ha rilanciato con forza «la necessità di un intervento legislativo che consenta di usufruire di sgravi e incentivi fiscali solo alle imprese coinvolte dai rinnovi contrattuali definiti nel rispetto delle tempistiche e delle modalità previste dagli accordi interconfederali». Un passaggio, quest’ultimo, che darebbe un’accelerazione ai percorsi negoziali, «da chiudere anche battendo strade nuove, prefigurando soluzioni inedite».

E’ in questa direzione che procedono le trattative per i nuovi Ccnl nel terziario di mercato, per definire in primis «incrementi salariali congrui e preservare un nucleo di regole e condizioni normative comuni a tutti i Ccnl» ha sottolineato Guarini evidenziando la necessità di contrastare «la crescita del dumping contrattuale “autoprodotto” nel settore». Una prima risposta in termini economici, se pure parziale, è stata data alla vasta platea di lavoratrici e lavoratori del terziario distribuzione e servizi e della distribuzione moderna organizzata, oltre 2,5 milioni di addetti che nel corso dei primi mesi del 2023 hanno potuto beneficiare dei ristori derivanti dall’Accordo ponte siglato dalle parti sociali nel mese di dicembre dello scorso anno; a marzo è stata completata l’erogazione in busta paga dell’una tantum di 350 euro riconosciuta a titolo di vacanza contrattuale, mentre dal mese di aprile decorre l’acconto di 30 euro sui futuri aumenti contrattuali definiti dal rinnovo.

Guarini ha rivolto un appello anche alle parti sociali firmatarie la contrattazione nel settore del turismo, dove oltre 1,5 milioni di addetti attendono il rinnovo dei contratti nazionali. «Richiamiamo al senso di responsabilità le nostre controparti – ha dichiarato – alcune delle quali, in taluni casi, hanno attuato strategie volutamente attendiste e dilatorie». Inevitabile l’analisi dello scenario di riferimento, «connotato da una crescente precarietà occupazionale, da una vasta presenza di lavoro irregolare e dal part time involontario, spesso a poche ore settimanali, e da una flessibilità organizzativa invasiva». «Precarietà anche reddituale – ha stigmatizzato Guarini – aggravata ulteriormente dall’ampliamento dei voucher, dall’estensione della durata del contratto a tempo determinato e dall’implementazione delle prestazioni occasionali, misure operate nel Decreto Lavoro varato dal Governo nelle scorse settimane, che rischiano di alimentare il lavoro irregolare, allontanando ulteriormente l’attrattività occupazionale nel comparto turistico, men che meno nei settori dove il Decreto interviene, cioè quello dei congressi, delle fiere, degli eventi e degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento».

L’attenzione resta anche nel settore della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, dove oltre 100mila addetti sono in attesa del nuovo Contratto nazionale scaduto nel 2015. Una lunga vertenza su cui i riflettori non si sono mai spenti, tra mobilitazioni sindacali, iniziative di sciopero e class action, avviate unitariamente nel tentativo di trovare la quadra sul rinnovo, e sulla quale è stato attivato anche il canale istituzionale con il coinvolgimento del Ministero del Lavoro. «Il 29 e 30 maggio – ha annunciato Guarini – abbiamo in calendario un appuntamento negoziale con le associazioni datoriali che auspichiamo possa essere risolutivo».

Riflettori accesi anche sul settore degli studi professionali, che complessivamente occupa circa un milione di lavoratori subordinati, per il 90% donne, e 400mila tra praticanti e partite Iva, la maggior parte dei quali inseriti in piccoli studi professionali con meno di 10 dipendenti. «Nonostante gli sforzi profusi nel corso della lunga trattativa e le dichiarazioni a mezzo stampa rilasciate dall’associazione datoriale del settore – ha dichiarato Guarini – ancora non si intravedono slanci da parte datoriale volti alla definizione del rinnovo del Contratto nazionale scaduto nel 2018». Medesimo impegno nel terzo settore socio-sanitario assistenziale educativo, dove l’obiettivo, per la Fisascat Cisl, resta quello di uniformare i trattamenti economici e normativi applicati alla vasta platea di oltre 600mila addetti, arginare il dumping e lo sfruttamento presente nel settore.

Chiara la presa di posizione del segretario generale Fisascat Cisl Davide Guarini. «Occorre senza ulteriori indugi invertire la tendenza: vanno rinnovati i contratti e va fatta vivere una nuova stagione alla contrattazione integrativa». Non solo. «Nei settori del terziario di mercato – ha chiosato – è quanto mai importante operare un ampliamento del confronto negoziale anche ai percorsi di partecipazione e di coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori». Il riferimento è alla proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione depositata dalla Cisl in Cassazione lo scorso 20 aprile. Una formula già sperimentata nel terziario di mercato, dove «molto ha fatto la contrattazione nell’implementare ed ampliare le occasioni di coinvolgimento dei lavoratori nella gestione operativa delle imprese» ha enfatizzato Guarini sottolineando la necessità di «rendere più organico l’apporto e il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori».

Il sindacalista ha poi rimarcato l’esperienza della bilateralità settoriale, «un modello di partecipazione che consente di avere spazi di condivisione e gestione partecipativa in quei luoghi di lavoro che, per dimensione, non potranno essere coinvolti da strumenti di tipo legislativo». «In questa partita – ha sottolineato – la Fisascat giocherà il suo ruolo per diffondere una nuova cultura della produzione che parta dalla valorizzazione sociale del lavoro, mettendo al centro la persona». Infine, un riferimento alla crescita del dato associativo, che nel 2022 si conferma oltre il tetto delle 400mila unità, attestandosi a 409.082 iscritti, con 30mila associati in più dal 2018 e una crescita nel periodo del 7,9%.

«I dati del tesseramento – ha concluso Guarini – confermano che la strada tracciata è quella giusta e ci ripagano dell’impegno profuso a tutti i livelli, dai delegati alle operatrici e agli operatori dei territori, passando per le segreterie territoriali e regionali sino al nazionale».