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Conforama/Emmezeta Moda: i sindacati lanciano l’allarme per i tagli ai servizi di pulizia e vigilanza. Il Mimit convoca il tavolo di crisi per il 3 dicembre

Conforama/Emmezeta Moda: i sindacati lanciano l’allarme per i tagli ai servizi di pulizia e vigilanza. Il Mimit convoca il tavolo di crisi per il 3 dicembre

Roma, 19 novembre 2025 – Le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti accolgono con favore la decisione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy di convocare per il prossimo 3 dicembre il tavolo di crisi relativo a Conforama Italia ed Emmezeta Moda, a seguito della richiesta sollecitata dalle segreterie nazionali. La convocazione giunge in un quadro già segnato da forte instabilità, che coinvolge oltre 1.200 lavoratrici e lavoratori, tra personale diretto e lavoratrici e lavoratori degli appalti. Le organizzazioni sindacali continuano a esprimere profonda preoccupazione per la scelta delle due società, ancora beneficiarie delle misure di protezione della Composizione Negoziata della Crisi, di procedere a una drastica riduzione dei servizi esternalizzati, in particolare pulimento e vigilanza. Il capitolato delle pulizie dei punti vendita dei diversi territori, redatto da Conforama, verrebbe tagliato fino a oltre il 70%, mettendo a rischio la tenuta occupazionale di circa 60 lavoratrici e lavoratori delle pulizie, molti dei quali già oggi con contratti part time che non garantiscono un reddito dignitoso. La riduzione prospettata porterebbe, nella maggior parte dei casi, a rapporti di lavoro limitati a un’ora al giorno, al di sotto dei minimi previsti dal Ccnl Multiservizi, con le società subentranti dal 24 novembre che hanno dichiarato l’impossibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali. La situazione è ulteriormente aggravata dalle ipotesi, emerse in alcuni incontri territoriali, di ricondurre parte delle attività di pulizia al personale diretto delle aziende, già oggi impegnato in servizi di sicurezza e ristorazione senza adeguata formazione o attestazioni. Una scelta che determinerebbe un evidente demansionamento illegittimo e un potenziale aumento dei rischi per la salute e la sicurezza nei punti vendita. Le sigle evidenziano come tali decisioni siano in netta contraddizione con gli annunci del nuovo management, che aveva dichiarato l’intenzione di consolidare l’occupazione, ampliare le gamme merceologiche e rafforzare la qualità dei servizi offerti alla clientela. Al contrario, la mancata interlocuzione con le organizzazioni sindacali e la gestione unilaterale dei processi interni stanno già provocando la cessazione di numerosi rapporti di lavoro e pesanti ricadute sociali e territoriali. Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti ribadiscono la necessità di ristabilire corrette relazioni industriali, garantire l’applicazione dei Ccnl maggiormente rappresentativi e tutelare tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, compresi coloro che operano negli appalti e che da anni contribuiscono al buon funzionamento dei punti vendita senza essere riconosciuti nelle scelte aziendali. Le organizzazioni sindacali, che hanno diffidato formalmente le società dal proseguire nella condotta attuale, parteciperanno al tavolo del 3 dicembre chiedendo tutele per la continuità occupazionale e salariale nonché garanzie sui Ccnl applicati e sulle norme in tema di salute e sicurezza sul lavoro.

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