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COIN, nuovo incontro al Mimit: passi avanti verso il rilancio dell’azienda. Confermato il mantenimento occupazionale, tra chiusure dei negozi e ricollocazioni nella rete vendita

Roma, 23 aprile 2025 – Nuovo incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza Coin. Il confronto, alla presenza delle organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, ha restituito segnali concreti rispetto al piano di risanamento aziendale, con un focus sulla composizione dei debiti, sul mantenimento occupazionale e sulla tenuta del perimetro aziendale. La dotazione finanziaria è resa possibile dalla partecipazione al capitale di Invitalia, della società Mia, di Sagitta e di General Finance. Il termine ultimo per la chiusura della procedura di composizione è fissato al 28 aprile. Ad oggi, COIN ha sottoscritto oltre 350 accordi con fornitori, raggiungendo accordi con il 60% dei creditori, un passaggio essenziale per la continuità aziendale. COIN ha ribadito che non sono previste modifiche al perimetro aziendale e che l’impegno resta quello del mantenimento del 100% dei posti di lavoro. Dove necessario, saranno adottate soluzioni gestionali attraverso trasferimenti interni alla stessa area geografica. A Roma, ad esempio, oltre alla chiusura dei punti vendita di Bufalotta e Lunghezza, l’azienda ha annunciato anche la cessazione delle attività del negozio di Termini, prevista entro il prossimo 31 maggio, garantendo comunque la gestione dei ricollocamenti senza ricorrere agli ammortizzatori sociali. Rispetto alla rete vendita, l’azienda ha confermato che il negozio di Firenze Loggia continuerà la sua attività, per tutto il 2025. Diversa invece la situazione di Bologna, dove è stato raggiunto un accordo per la chiusura del punto vendita entro il 31 luglio, con uscita dall’immobile prevista per agosto. Per il personale coinvolto sarà necessario il ricorso agli ammortizzatori sociali, in attesa di individuare una nuova sede per proseguire le attività. A Vicenza, il confronto resta ancora aperto, ma le organizzazioni sindacali hanno accolto con fiducia il rinvio della decisione, nella speranza di una conclusione positiva della trattativa. Per quanto riguarda San Donà, è stata confermata la chiusura entro la fine del mese, con il pieno riassorbimento del personale all’interno della rete. Il piano industriale, che coinvolge circa 2.000 dipendenti, sarà gestito nel segno della trasparenza e della condivisione con le parti sociali. Per la prima volta è stata presentata una prospettiva di lungo termine, con un piano commerciale di durata quinquennale, indicato come un importante segnale per la ripresa dell’attività. La documentazione necessaria alla chiusura della composizione negoziata con la ristrutturazione della crisi sarà depositata presso il Tribunale di Venezia entro il 28 aprile: l’omologa è attesa entro il mese di luglio e costituirà il presupposto per gli incrementi di capitale da parte dei finanziatori, auspicabilmente dal mese di settembre. Nel frattempo, la ripresa degli accordi con i fornitori ha consentito la riattivazione delle forniture nei settori della cosmesi e dell’abbigliamento, segnando un ulteriore passo verso il rilancio del business. La Fisascat Cisl, insieme alle altre organizzazioni sindacali, ha sottolineato l’importanza di mantenere aperto un dialogo costante con l’impresa, sia a livello nazionale che territoriale, soprattutto nelle aree interessate dalle chiusure. I sindacati hanno inoltre evidenziato le criticità che continuano a riguardare l’indotto, con alcune difficoltà nelle relazioni sindacali con partner oggi fuoriusciti dal perimetro aziendale. Rispetto a questo, è stata richiesta l’apertura di un confronto dedicato. In chiusura, il Mimit ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto finora da tutte le parti, sottolineando come, grazie ai quattro incontri svoltisi negli ultimi mesi, si sia aperta una nuova fase. Una fase che, in attesa della pubblicazione dell’omologa, potrà proseguire anche a livello aziendale, con il Ministero che si è impegnato a convocare un nuovo incontro ministeriale nei prossimi mesi. Le organizzazioni sindacali restano in attesa della nuova convocazione e confermano la propria disponibilità a proseguire con dedizione e responsabilità il negoziato.

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